Le terre dominicane sono state scoperte da Cristoforo Colombo il 5 dicembre 1492 che denominò l’isola la Española. Al momento dell’arrivo Colombo vi lasciò un insediamento di 39 marinai, chiamato La Navidad che venne distrutto dopo poco. L’anno successivo, decise di fondare un nuovo insediamento chiamandolo La Isabela, considerato il primo vero insediamento europeo nelle Americhe. L’isola divenne una colonia spagnola. I coloni spagnoli costruirono diverse fattorie (haciendas) sfruttando gli schiavi e i nativi per la lavorazione dei terreni. La corona spagnola sfruttava in modo esclusivo le ricchezze naturali e e la forza lavoro degli indigeni. Questo portò a diversi conflitti con gli indigeni taino e la conseguente loro scomparsa.
Con la coltivazione della canna da zucchero, le popolazioni spagnole trasferitesi in queste terre iniziarono a fiorire e contemporaneamente iniziò anche la tratta degli schiavi neri dall’Africa.
A metà del XVI secolo si calcola che fossero presenti sull’isola più di 20 000 africani provenienti da tribù differenti.
Per sfuggire agli attacchi dei pirati la Casa reale spagnola decise di trasferire tutte le persone che vivevano nelle zone ovest e nord-est dell’isola in zone più controllabili e vicine alla capitale, Santo Domingo.
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